Nel silenzio dell'inverno
Colui soltanto a sè la fama assicura
chi in opra d'arte imita la natura
(Giovan Battista Buzzi, 1891)
Questo fine settimana imitare la natura era impossibile: sabato una nevicata di quelle indimenticabili, la notte il cielo stellato e la luna rossa e oggi una giornata da cartolina! Chi l'avrebbe mai pensato?
L'incontro al Caseificio con la neve frammista a pioggia non invogliava poi più di quel tanto a prendere le racchette e uscire. Ma le due mamme e i tre bambini sono arrivati all'appuntamento e armati di tutto il corraggio possibile abbiamo deciso di salire perlomeno in capanna. In Valle Bedretto per fortuna cadeva solo neve, tanta neve!
Era dura e faticosa la salita, oltre mezzo metro di neve fresca e durante tutta la salita non dava segni di voler cessare di nevicare. Arrivati in capanna una grossa sorpresa ci attendeva: era affollattissima! Un gruppo di Parigi ha dovuto cambiare destinazione visto il marcato pericolo di valanghe. Noi comunque siamo riusciti a mangiare la leggendaria pastafrolla ai mirtilli preparata da Enrica.

Dopo mangiato siamo usciti a costrurci un igloo, era molto piccolo però ci siamo stati dentro in sei persone! Intanto è continuato a fioccare e il tempo è passato in un baleno: alle 18.00 siamo rientrati al calduccio della favolosa capanna.
Ieri sera non siamo andati a dormire subito ma abbiamo ammirato la splendida luna piena. Era però una serata speciale perché c'era l'eclissi lunare, infatti attorno a mezzanotte l'ombra della terra ha completamente coperto il disco lunare che impressionando tutti è diventato rosso, quasi viola!

Stamattina siamo andati a vedere l'igloo ed era ancora intero. Con voglia e tanta fantasia ne abbiamo aggiunto ancora un pezzo raddoppiandone così le dimensioni. Sulle montagne intanto cadevano qua e là delle piccole valanghe visto il bel tempo e soprattutto il gran caldo. Ancora una volta il tempo è passato velocissimo e senza rendercene conto era quasi l'iuna.
Abbiamo mangiato un boccone in capanna, seduti al sole sul terrazzo. Dopodiché ci siamo divertiti chi ruzzolando chi scivolando e chi camminando a scendere con la tanta neve fresca fino ad All'Acqua. Pensavamo di dover ancora scavare fuori le auto dalla neve, invece il sole ha fatto il lavoro al nostro posto, per fortuna!
Roger & Sarah
Andromeda al San Bernardino
Il tempo ha di nuovo giocato un ruolo importante e intendo sia cronos sia meteo. Il primo perché a parte l'appuntamento alle 9 del mattino col gruppo del centro diurno di Locarno e a mezzogiorno col pranzo non avevamo fissato altri orari, per cui praticamente non ho dovuto guardare l'orologio. Il secondo invece mi ha sorpreso positivamente al mattino, infatti c'era un sole splendente. Al pomeriggio invece il cielo si è velato di un grigio topo e a un certo punto ha persino nevicato leggermente, ma poi è arrivata la pioggia (per fortuna noi stavamo già mangiando la torta al tea-room in quel momento).

Dopo un momento introduttivo sui materiali (le racchette, l'ARVA, la pala e la sonda) abbiamo iniziato a metterci le racchette ai piedi. Non è stata un'impresa facile: c'era chi era veramente ben equipaggiato (ma poi si è rivelato che i scarponi nuovi di zecca procurano fiacche) e chi invece era perfettamente equipaggiato per un giro in Piazza Grande, ma tutti avevano una gran voglia di cimentarsi in questa avventura. La neve caduta da poco ha reso il paesaggio veramente incantato e già dopo i primi passi incontriamo tracce di animali... e per il resto del giorno ne abbiamo viste tante.
In seguito alla prima fatica (una salitona interminabile) invano ho tentato di far vedere un paio di camosci, che in quella valletta sopra la punta del pino (e non dell'abete) stavano tranquillamente brucando l'erba, ma nonostante i binocoli nessuno è riuscito a individuarli. Le pause si sa sono troppo corte per cui abbiamo tosto ripreso a camminare e la salita era proprio interminabile. Sudando più di sette camicie abbiamo raggiunto l'Alpe Piandos dove ci siamo fermati e al sole ci siamo gustati i panini preparati dalle gentili collaboratrici dell'Ostello e poi una crema di zucca scottante che ho preparato con la neve - rigorosamente locale - nell'improvvisato angolo cucina.
Rinvigoriti dal pranzo e dal sole che fino a quel momento è stato generoso con noi abbiamo, tutti insieme, ripreso il cammino fino a raggiungere il punto più alto dell'escursione a ben 1783m. Ero fiero del gruppo perché tutti ci sono arrivati! Finalmente la tanto attesa discesa, dapprima nella neve fresca e poi sul sentiero battutto siamo giunti all'igloo che avevamo fatto col gruppo genitori un paio di settimane prima. Era ancora intatto, salvo un buco sopra l'entrata - che col valido aiuto del gruppo abbiamo riparato utilizzando pure la sega da neve - e il fatto che col caldo si è sciolto facendo scendere la volta e rendendo quindi lo spazio interno leggermente più piccolo. Comunque alcuni di noi hanno preso il toro per le corna e ci sono entrati.

Poco più in basso, vicino ai pupazzi di neve il gruppo si è diviso: chi andava a prendere il furgone per rientrare e chi voleva camminare ancora un po'. Purtroppo c'era chi era fiacco e chi le fiacche le aveva ai piedi, però c'erano alcuni - fra questi S. alla gran sorpresa di tutti - che volevano proseguire a piedi. Abbiamo scoperto un bel sentiero che per boschi e lussuose villette giunge allo scilift di Pian Cales, ci siamo poi cimentati nella discesa molto ripida e qualcuno ha scoperto il trucco per farsi accompagnare a braccetto dal sottoscritto.
Infine un breve saluto al vecchio postiglione - nascosto nel garage dell'autopostale - ed eccoci ritornati all'ostello. È stata un giornata splendida, ricca di scoperte e sorprese, trascorsa all'aria aperta e dai saluti e ringraziamenti ricevuti, direi anche molto soddisfacente per i partecipanti molti dei quali non erano abituati a simili camminate. Grazie di cuore e continuate così!
Roger